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L’Istituto IV

Ma, adesso, Maria pensa alle 2 settimane di vacanza, si reca alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e legge libri sulla fantascienza e sui robot. Inizia a scrivere un diario segreto, e studia le tre leggi fondamentali della robotica; s’interroga con insistenza e assiduità su questioni esistenziali basilari: può esistere un dio per un robot? Può un robot provare emozioni? Legge anche libri famosi di scrittori americani del passato: vuole capire ed interrogarsi sul destino del suo amato Fabrizio.

Quest’ultimo le fa venire in mente il desiderio forte e sublime, insito nel suo dna, di convincerlo a rinunciare alla carriera militare. Tira fuori una penna ed inizia a scrivere sul diario segreto: ”Sono oramai oltre due mesi che non ti sento, grazie all’aiuto del generale ho trovato lavoro presso l’IRI: istituto a cui mai avrai pensato. Ma ora ti chiedo umilmente e in ginocchio di abbandonare la pericolosa carriera nell’esercito: la guerra potrebbe condurti via, lontano da me. La guerra è la sconfitta perenne dell’uomo moderno del nuovo millennio; seppur esistano controversie internazionali degne di nota. Hai la laurea da ingegnere elettronico: puoi trovare un impiego di prestigio in qualche industria o ente di ricerca, trovare un’occupazione dignitosa non ti sarà troppo difficile…”.
Maria è molto stanca: si corica e inizia a dormire profondamente, dopo un po’ di tempo la mente inizia a elaborare immagine mistiche e inizia soavemente a sognare: sogno che esplica emozioni nuove e vere, sconosciute ai più. Il sogno narra dell’esistenza degli alieni: esseri alti un metro e trenta, dotati di astronavi o particelle mobili di metallo lucente che scompaiono a contatto con l’atmosfera e la luce. Un giorno Maria incontra ESTEBAN (essere e individuo alieno) che la conduce verso una fantomatica e misteriosa Macchina del Tempo: il viaggio all’indietro nel tempo è cosa avveniristica che l’affascina un sacco. L’idea nuova e regale di viaggiare nel tempo permette agli esseri umani ignari di conoscere un’infinità di persone sconosciute ai più; nuove culture aliene e modi di pensare innovativi e rivoluzionari stanno alla base del nuovo viaggio che ella e decisa ad intraprendere immaginariamente, grazie al sogno della sua fantasia magica. Esteban conduce virtualmente Maria alla fantomatica Macchina del tempo: cronovisore complesso, elemento alto sei metri per cinque; invita Maria a mettere degli appiglia alle sue dolci mani e ad indossare gli abiti di sicurezza, ed inizia così l’esilarante viaggio nel tempo: emblema perenne di nuova giovinezza. Il sogno si sta trasformando in realtà disinibita: l’immaginazione umana, scevra di elementi cartesiani, rappresenta la novità vera di Maria, che legge sul piccolo monitor:”AUSCHWITZ”,”Auschwitz? Perché vuoi recarti là, Esteban?” esclama la ragazza incredula.”Voglio conoscere la storia e vedere di persona una delle tappe più brutali e vergognose della storia e vita umane; voglio provare la sofferenza umana e le vergogne dell’olocausto…” esclama con forza Esteban. Maria inizia a pensare tutta intimorita al grande scrittore Primo Levi e al suo famoso libro “Se questo è un uomo”; diventa scura in volto e inizia a sibillare:”Ci ammazzeranno: la vita umana è preziosa, torniamo indietro!”; “Noi alieni abbiamo una macchina del tempo che ci rende fisicamente permeabili: siamo esseri invisibili che possono viaggiare liberamente e scorazzare ovunque, senza essere notati dagli altri esseri umani, anche te sarai invisibile, il viaggio durerà poche ore, stai tranquilla, non ti capiterà nulla di male…”.

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