Una mattina qualsiasi del 2110. Al rientro in casa, getti di vapore asciugano vestiti e capelli dal sudore, il frigorifero si apre, porgendo latte e marmellate per la colazione, la lavastoviglie inizia il suo ciclo di pulizia a ultrasuoni. La doccia, sonica pure lei, si illumina e aspetta il corpo stanco dalla passeggiata, mentre una gigantesca corolla in alluminio si schiude, rivelando il cuore pulito di una cucina solare in attesa di panini e toast.
Se per ora le docce soniche si trovano solo a bordo dei vascelli stellari di Star Trek Voyager (classe Intrepid), la tecnologia della cucina solare è già realtà e contempla due sistemi.
Il primo ottiene il riscaldamento di uno spazio chiuso, ben isolato dall’esterno, direttamente attraverso i raggi del sole che filtrano da una parete trasparente di vetro causando un “effetto serra”.
L’altro è un sistema a concentrazione che consente di raggiungere bollitura o cottura, concentrando in un punto focale i raggi solari. La cucina è solitamente composta da uno specchio parabolico o da pannelli in alluminio che riflettono i raggi solari su un contenitore posto sul punto focale al centro, il quale assorbe il calore concentrato, raggiungendo una temperatura massima intorno ai 200° e permettendo anche di friggere o infornare.
Energia assolutamente pulita a basso costo (tra i 160 e i 315 euro), facile da montare e da trasportare, utilizzabile per quasi tutto l’anno, poiché il riscaldamento dipende esclusivamente dall’esposizione solare. Inoltre le cucine solari riducono l’inquinamento determinato dall’uso di petrolio o biomassa, contribuendo così alla diminuzione del riscaldamento globale, e possono essere autocostruite. Come? Consigli sul sito italiano Progettomeg.it. Ma se non siete carpentieri e volete saperne di più su prezzi e possibilità date un’occhiata al tedesco Eg Solar oppure su Ecorete.it