Possedere un “bach” al mare o in campagna: è il sogno di tutti i kiwi, amanti della vita semplice all’aria aperta. Ed è anche un buon investimento immobiliare per il vivace segmento delle case per le vacanze in Nuova Zelanda. Il “bach” nasce come una piccola costruzione, a volte senza cucina o persino senza bagno che a fine Ottocento serviva per alloggiare i bachelor, gli agricoltori temporanei senza famiglia, giunti da lontano per lavorare nei campi.
Molte di queste costruzioni erano posizionate in punti strategici lungo la costa o in mezzo al verde. Negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso i neozelandesi hanno incominciato a usare i vecchi “bach” come casa per le vacanze o a costruirne di nuovi, in genere con materiali semplici e funzionali. Per costruire la loro seconda casa, le famiglie neozelandesi hanno dato sfogo alla loro inventiva, usando legno o cemento o persino riutilizzando vecchi tram o vagoni di treni in disuso. Anche oggi i neozelandesi usano l’adorato “bach” per sfuggire alla vita di città, ma sul mercato ci sono diverse tipologie di questo tipo di abitazione: dalla tradizionale casetta spartana, ma con vista mozzafiato, a case prefabbricate, a costruzioni in materiale ecologico e a pannelli solari, ad abitazioni milionarie in vetro e acciaio. Oggi in Nuova Zelanda ci sono circa 50mila “bach” su una popolazione di 4 milioni di abitanti.