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L’Istituto I

Maria Cosmi, grazie alle segnalazioni dell’ufficiale Fabrizio Alberti, viene convocata a Roma presso l’IRI (Istituto per la Ricerca Industriale). Lo stato di governo imprenditoriale italiano necessita di una nuova e vincente generazione di robot d’acciaio e titanio. Le macchine pensanti devono dare un impulso notevole all’economia della nazione: lanciare il paese all’inseguimento della Cina o dei paesi emergenti.

L’IRI sorge in Via dell’Astronomia 250, a Roma, in una moderna ed elegante palazzina, realizzata con stile perenne ed eleganza sublime; il tutto coronato da una nuova concezione filosofica dell’arte e dell’architettura contemporanea. L’edificio realizzato da imprenditori romani è molto ampio: le pareti evincono la normalità delle cose, rappresentano l’elucubrazione impercettibile della materia stessa o particella elementare abitativa. Numerosi poliziotti sorvegliano notte e giorno, la struttura, per salvaguardarne gli interessi strategici di ricerca avanzata: utile alla salvaguardia del benessere e progresso tecnologico propri della nazione italiana alla perenne deriva.
L’IRI conta su oltre 200 scienziati mercenari ed oltre 100 funzionari, tesi a sviluppare nuove e moderne metodologie di ricerca nel campo dell’intelligenza artificiale e della robotica avanzata; il tutto evince la normalità delle cose e ha come fine ultimo un progresso massiccio tecnologico e non dell’industrie meccaniche ed aerospaziali nazionali. Maria ha un colloquio riservato con il direttore generale del prestigioso ente, veste con un grazioso tailleur bianco, con scarpe alla moda con tacchi alti e porta una gradevole collana al collo, che fa da ornamento regale e sublime. La propria bellezza fisica rappresenta lo stato delle cose normali e paranormali. Si avvicina piano piano alla portineria, e dopo aver lasciato il documento d’identità all’addetta alla reception, si avvia spedita al terzo paino, lato B. Arrivata, segue con disinvoltura le indicazioni del custode: deve chiedere gentilmente del direttore, il dottor Fracanzani. Tutta emozionata chiede gentilmente alla segreteria generale: “Dovrei avere un colloquio con il dottor Fracanzani”. “Sì, il suo nome è…?” sibilla l’addetta alla segreteria; “Maria Cosmi…” ripete con insistenza la ragazza o donna che viaggia col pensiero sublime e regale. “Si accomodi nell’ufficio sulla destra: lì potrà parlare col direttore…” esclama la segretaria. Maria è molto emozionata: pare avere una giornata molto difficile o impegnativa, questo è il suo primo colloquio ufficiale di lavoro: dopo oltre sei mesi di vane ricerche, finalmente ha la possibilità di trovare un impiego dignitoso e di prestigio. Ma, l’indicazione preziosa del tenente le è stata di grande utilità: spera col cuore di trovare un’occupazione stabile e duratura per coronare il proprio sogno di vedere il mondo: ama indistintamente tutti in continenti, in particolare il continente africano con le proprie bellezze naturali selvagge. Maria sogna ad occhi aperti di una ragazza qualunque: non vede l’ora di riabbracciare il suo ragazzo o compagno sentimentale Fabrizio – Francesco rappresenta oramai una ferita rimarginata, un amore complesso e travagliato finito nel limbo perenne del dimenticatoio improvviso. Il tenente rappresenta la sua unica e vera ragione di vita ed esistenza perenne.

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