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Sostenere le rinnovabili, no le speculazioni

Fonti rinnovabili

Le Associazioni ambientaliste schierate in difesa del paesaggio e contro l’ eolico selvaggio intervengono sull’ art. 45 della manovra di Tremonti per contrastare il coro di critiche indiscriminate che ne ha accolto l’ annuncio e per sostenerne il significato di fondo

L’ attuale congiuntura rende inderogabile un riordino e una rimodulazione di tutta la normativa a sostegno delle rinnovabili.

Nelle more dell’ emanazione di questa nuova normativa il Governo blocchi ogni speculazione e imponga una ragionevole moratoria agli impianti eolici.

La normativa attuale accorda agli investitori nelle energie rinnovabili (principalmente eolico e biomasse) un privilegio che obbliga il Gestore Servizi Eenergetici ( GSE) ad acquistare tutti i certificati verdi non assorbiti dalla domanda e che ha l’effetto di mantenerne alto il prezzo sul mercato.

Quest’ obbligo, introdotto dalla legge finanziaria del 2008, ha trasformato i certificati verdi da strumento che, attraverso il mercato, avrebbe dovuto ridurre al minimo i costi di incentivazione a carico degli utenti a sistema controllato in maniera tale da assicurare gli incentivi più alti d’ Europa.

Inoltre, i kWh considerati per il rilascio dei Certificati Verdi sono quelli previsti e non quelli a consuntivo, un meccanismo che assicura implicitamente cospicui finanziamenti senza interessi.

A ciò si aggiunge il fatto che l’ incentivo è erogato sulla base della produzione dell’ impianto e non per l’ energia effettivamente utilizzata dalla rete, una disposizione apparentemente ragionevole se non fosse che la scarsa prevedibilità della produzione eolica rende difficile al gestore della rete assorbirne tutti i quantitativi prodotti, a tutela della sicurezza della rete stessa.

Con simili privilegi, questo sistema ha favorito, particolarmente nel settore dell’ eolico, speculazioni e infiltrazioni mafiose, documentate in decine di inchieste giudiziarie, ed ha determinato un’ aggressione gravissima ai valori naturalistici, culturali, economici del paesaggio e al territorio protetto in tutta Italia, attraverso la sregolata installazione di pale eoliche persino dove il vento è scarso.

L’ art. 45 della manovra si propone di abrogare questo privilegio e occorre darne atto al Ministro Tremonti: in tempi di crisi, mentre si chiedono sacrifici ai cittadini italiani, sarebbe moralmente inaccettabile mantenere una normativa che pesa per 600 milioni di euro all’ anno sulle bollette degli utenti e favorisce la speculazione.

Tuttavia, il taglio imprevisto, oltre a minare in modo generalizzato il principio della certezza degli investimenti, potrebbe scoraggiare anche le altre fonti rinnovabili, mettendo a rischio l’ impegno preso con l’ Unione europea per il 2020. È ormai evidente che occorre un riordino complessivo della materia delle incentivazioni alle rinnovabili che tenga conto di tutte le esperienze fin qui maturate, del diverso potenziale di ogni tecnologia e di un accurato bilancio di costi e benefici per ogni impianto autorizzato.

Ci auguriamo che questo sia anche il senso delle critiche all’ art. 45 della manovra da parte del Sottosegretario Saglia e che non sia più ritardata l’ emanazione di rigorose normative di riordino, comprensive di linee guida nazionali per la corretta installazione degli impianti ad energia rinnovabile solo là dove sia assicurata una sufficiente ventosità e dove non ne traggano detrimento i prioritari valori ambientali, naturalistici, culturali e economici legati al paesaggio.

Nel frattempo, anche alla luce dei recenti scandali, il problema non può più essere ignorato. Occorre fermare subito le speculazioni, o con l’ art.45 (che segna comunque, al di là dei suoi limiti, una virtuosa inversione di tendenza), o con una moratoria che blocchi per il tempo necessario l’ installazione di nuovi impianti eolici industriali.

Fonte by mondocasablog.it

Foto by ivanscalfarotto.it

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